domenica 13 marzo 2011

Pochi ma boni...se non ora, quando?!


(la consigliere provinciale del PD, Clara Scapin -'madrina' dell'iniziativa- con una manifestante)




Complice anche un vento stile Bora triestina e ad un'organizzazione che di organizzato aveva poco e di spontaneo e improvvisato molto (è giusto nn nasconderlo), non si può certo dire che si sia riempita piazza Garibaldi...

...xò, per le decine di persone accorse, è stata sicuramente una bella esperienza.

E, in generale, è stato un buon punto di partenza per dare un'iniezione di vitalità a una cittadinanza che, già in generale pare sopita e lobotomizzata. Figurarsi a Legnago, dove l'algidità è la regola principe.

Bisognava dare un segnale, perchè è il momento di svegliarsi, di esserci, di una Rivoluzione.

SE NON ORA, QUANDO?!
ADESSO!!!

Perchè, come diceva il grandissimo Giorgio Gaber, "Libertà è partecipazione"...

1 commento:

  1. Silvio Berlusconi, recentemente ha affermato: «Il grande Alexis de Tocqueville diceva: 'Tra tutte le dittature la peggiore è quella dei giudici». Ecco con questa riforma noi cercheremo di evitare che questo ci accada e voi dovete darci una mano per spiegarlo a tutti gli italiani>>.
    Benissimo, citazione colta ed interessante, la quale potrebbe perfino far venire il sospetto che, il buon leader Maximo qualche libro durante la sua esistenza lo abbia letto. si è sempre vantato di non aver mai aperto un libro. Peccato che, da vero liberale, Alexis de Tocqueville,affermasse anche:
    <>.
    ancora, bisognerebbe ricordare che quel finiano marxista leninista di Tocqueville, oltre a sostenere l'instaurazione dell'uguaglianza di diritto per tutti i cittadini, aveva parlato anche dei possibili caratteri che il dispotismo moderno avrebbe assunto affermando:
    «Se cerco di immaginare il dispotismo moderno, vedo una folla smisurata di esseri simili ed eguali che volteggiano su se stessi per procurarsi piccoli e meschini piaceri di cui si pasce la loro anima… Al di sopra di questa folla, vedo innalzarsi un immenso potere tutelare, che si occupa da solo di assicurare ai sudditi il benessere e di vegliare sulle loro sorti. È assoluto, minuzioso, metodico, previdente, e persino mite.
    Assomiglierebbe alla potestà paterna, se avesse per scopo, come quella, di preparare gli uomini alla virilità. Ma, al contrario, non cerca che di tenerli in un'infanzia perpetua. Lavora volentieri alla felicità dei cittadini ma vuole esserne l'unico agente, l'unico arbitro. Provvede alla loro sicurezza, ai loro bisogni, facilita i loro piaceri, dirige gli affari, le industrie, regola le successioni, divide le eredità: non toglierebbe forse loro anche la forza di vivere e di pensare?».

    Jacques Chatelineau

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